alla scoperta dei tesori meno sconoscuita della città
Variopinti, ariosi e monumentali: un microcosmo di figure ed oggetti attraverso i quali ricostruire la foresta di simboli dell’uomo del Medioevo e del Rinascimento.
La nostra nuova avventura in sette tappe andrà alla scoperta dei cenacoli fiorentini, piccoli gioielli di architettura e pittura che costellano vari angoli della città. I complessi monastici conservano infatti splendidi affreschi con il tema dell'Ultima cena, gelosamente custoditi nel luogo per il quale erano stati pensati e commissionati fra il XIV ed il XVI secolo. I refettori conventuali, chiamati spesso Cenacoli, sono luoghi dove ogni visitatore è accolto da un avvolgente silenzio, in cui sentirsi in comunione con l’arte e la storia della città. Cosa non da poco, non sono mai affollati e spesso aperti al pubblico gratuitamente tutto l’anno!
Questi piccoli musei offrono un percorso tematico vivace, da seguire in progressione per conoscere l’iconografia religiosa e la personale interpretazione di grandi maestri dal Gotico al Rinascimento. Un viaggio che si apre con Taddeo Gaddi in Santa Croce del 1340 circa e prosegue con Orcagna, Andrea del Castagno, Ghirlandaio, Perugino, Franciabigio fino ad arrivare al Cinquecento maturo con Andrea del Sarto e Alessandro Allori, che chiuderà il percorso col cenacolo del Carmine (1582).
7 cenacoli di Firenze
Iniziamo l'avventura.
- Santa Croce: Taddeo Gaddi (1336-1366 circa)
- Santo Spirito: Orcagna (1365)
- Sant'Apollonia: Andrea del Castagno (1445-50)
- Ognissanti: Domenico Ghirlandaio (1480-1482)
- Fuligno: Pietro Perugino (1495)
- San Salvi: Andrea del Sarto (1519-27)
- Convitto della Calza di Franciabigio (1514)