Opera di Andrea Orcagna
C’è sempre una buona scusa per passeggiare in Oltrarno fra le botteghe artigiane o per godersi i colori ed i sapori della fierucola di Piazza Santo Spirito. A pochi passi dai prodotti biologici o gli oggetti di antiquariato potreste visitare uno dei tesori tardo-gotici della città.
Il Cenacolo di Santo Spirito ha sede nell'antico refettorio del convento agostiniano annesso alla Chiesa di Santo Spirito. Il suo fascino affonda radici nel XIV secolo, ed è l'unico ambiente tardo gotico del convento sopravvissuto alla trasformazione quattrocentesca progettata dal Brunelleschi e proseguita dai suoi allievi dopo la sua scomparsa nel 1446.
Al Cenacolo si accede direttamente dalla piazza, a sinistra della facciata della chiesa, oggi museo civico “Fondazione Romano”. Il museo si sviluppa all'interno del vasto refettorio al pian terreno coperto da tetto a capriate: l’intera parte orientale di questo ambiente era in origine dipinta con affreschi di Andrea Orcagna databili fra il 1360 ed il 1365. In perfetto accordo con l’iconografia trecentesca, Orcagna fu incaricato di dipingere una vasta Crocifissione con Maria e le pie donne al di sopra dell’Ultima Cena, temi che si ritrovano anche nel refettorio di Santa Croce.
Quest’ala del convento fu ceduta al Comune di Firenze nel 1868, a seguito della soppressione delle corporazioni religiose attuata dallo Stato Italiano.
Fu questo il momento cruciale per il refettorio, che è da allora segnato da una profonda ferita. Alla fine dell'Ottocento venne infatti usato come deposito dei tram e fu aperta la parete sulla piazza distruggendo irrimediabilmente l'Ultima Cena di Andrea Orcagna. Dell’intero cenacolo sono purtroppo visibili pochi lacerti di affresco, recuperati durante il lavoro di restauro architettonico prima della Seconda Guerra Mondiale fra il 1938 e il 1944.
Resta visibile nel registro superiore dell’affresco una moltitudine di angeli in volo attorno alla Croce su sfondo cupo, e tra gli astanti i soldati rappresentati con armature di molteplice foggia. Interessante notare come viene dipinta sulla sinistra la figura maschile su cavallo fulvo, collocato con un audace tentativo di scorcio prospettico. A lato destro della croce si distingue invece il gesto isolato del centurione Longino (unico con aureola) che disse indicando la Croce: “veramente Costui è il Figlio di Dio” (Matteo 27, 54).
Nel registro inferiore, estremamente danneggiato, possiamo apprezzare oggi solo due apostoli con aureola in rilievo e un santo agostiniano riconoscibile dal saio scuro.
Il refettorio accoglie oggi la Fondazione Romano, istituita nel 1946 per raccogliere sculture, frammenti di decorazione architettonica, pitture e mobili donati al Comune di Firenze dall'antiquario Salvatore Romano, mantenendo ancora oggi l'allestimento voluto dal fine collezionista nel suo lascito testamentario.
Tra le opere più significative vi sono due sculture di Tino di Camaino, due frammenti di rilievi attribuiti a Donatello e una Madonna con Bambino della cerchia di Jacopo della Quercia.
Non perdetevi il cenacolo con piccoli con i vostri esploratori: vi aspettano grifoni, animali fantastici e la vasca con la tartaruga scolpiti in pietra curiosando nella collezione del museo!
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