Per trovare un pò di pace dal frenetico centro di Firenze
Se stai girellando per le strade di Firenze, tra Piazza della Repubblica e Ponte Vecchio e vuoi prendere una pausa da negozi, gelaterie, pizzerie e turisti chiassosi (soprattutto quelli!), prendi la stradina "Borgo Santi Apostoli": una boccata d'aria fresca ed un pò di meritato silenzio ti aspettano ad appena due passi!
Questa antica viuzza e l'omonima chiesa possono tranquillamente riassumere la storia di Firenze in pochi metri quadrati: abbracciano le vicende dei romani con Carlo Magno, o Carlo il Grande, le seconde "mura" della città e persino un pò delle crociate e di Michelangelo...se credi almeno un pò alle leggende ed agli aneddoti a lui legati.
Costruita fuori dalle mura cittadine
Come dice il nome stesso, questo piccolo borgo è nato come naturale sobborgo della città principale, ubicato appena fuori del "cerchio antico", ovvero la prima cinta muraria di Firenze costruita in origine dai romani, ed è chiamato Borgo Santi Apostoli. Come è successo a molte delle aree cittadine, è cresciuta appena fuori le antiche mura ed in particolare vicino alle terme romane ed al fiume Arno, che in parte spiega anche perchè non sia mai stata inclusa all'interno della prima cinta: questa zona dal terreno instabile vicino alle sponde del fiume non era adatta per costruirci sopra ed era persino più difficile da difendere. Non appena, però, il terreno fu reso più stabile e l'intera area edibile, fu inclusa all'interno della seconda cinta di mura difensive costruita in seguito.
Un inizio un pò confuso
Tradizione vuole che la chiesa fu voluta da Carlo Magno nell'800: risulta, di conseguenza, una delle più antiche chiese di Firenze...sembra persino che per confermare questa storia, sia stata aggiunta una lapide in latino sulla facciata della chiesa...ma la leggenda deve in realtà essere ancora autenticata, sebbene questo non impedisca ai fiorentini di asserire che sia veramente così! Infatti, nell'edificio accanto, vi è un rilievo di Carlo Magno vicino alla porta con sopra il simbolo della chiesa.
Non vi è alcun dubbio, invece, sul fatto che la chiesa sia una degli esempi meglio mantenuti e preservati di chiese romaniche della città, che riuscì per lo più ad eludere i grossi interventi operati nel XV° secolo - e leggenda vuole che si debba render merito per questo a Michelangelo: fu lui a "convincere" l'architetto ad apportare soltanto qualche piccola modifica anzichè "ristrutturare" l'intero edificio.
Un rispettoso silenzio
Il silenzio e la riverenza permeano dalla piazza dinanzi la chiesa, denominata Piazza del Limbo perchè un tempo era il cimitero dove venivano sepolti i bambini deceduti prima di essere battezzati. La chiesa in sè è molto semplice se paragonata ad altre della città, basta osservarne le travi in legno decorate a mano, bellissime nella loro essenzialità. Le colonne in pietra scura nella navata centrale sembra siano state prese dalle rovine delle vicine terme romane al tempo in cui fu costruita la chiesa. E' stata descritta come "una chiesa velatamente romanica - semplice, intima e solenne."
Per stuzzicare il tuo interesse
La chiesa custodisce diverse opere d'arte, compresa una del famoso artista della Robbia, così come altri bellissimi manufatti, ma quella che è più profondamente legata alla tradizione folcloristica locale è denominata "Pietre del Santo Sepolcro", regalata alla chiesa dopo il ritorno dalle crociate di Pazzino dei Pazzi a Firenze nel 1101.
Si dice che queste pietre siano quelle che furono usate per accendere le torce della tomba di Gesù quando fu sepolto. Si tratta di una reliquia che (passami il gioco di parole!) ha stuzzicato l'interesse dei fiorentini per secoli e viene tradizionalmente usata per accendere i fuochi d'artificio del "Brindellone", meglio conosciuto come Lo Scoppio del Carro, un'usanza e rito pasquale che prende vita nella piazza di fronte alla chiesa.
Ricordi del 1966
Nell'uscire dalla chiesa per immettersi in Piazza del Limbo, noterai sulla parete frontale dell'edificio alla tua sinistra una piccola targa tra la finestra ed il tubo di scarico che arriva fino alla sommità, che indica il livello dell'acqua raggiunto dall'Arno durante la famosa inondazione del 4 novembre 1966. A questo punto, dopo esserti goduto qualche minuto della calma e del silenzio che regnano incontrastati, ti sentirai di nuovo in forma e pieno di energie per reimmetterti nella frenetica bellezza del centro storico di Firenze.